Edifici italiani sempre più a rischio sicurezza
Una situazione critica che non desta ad arrestarsi. Sono in molti a denunciare questa critica situazione
Secondo la Confartigianato “un quinto delle case italiane è vecchio e in cattive condizioni. Nel nostro Paese infatti, 2.051.808 edifici residenziali, pari al 16,8% del totale, sono in mediocre e pessimo stato di conservazione. Una percentuale che sale al 21,1% per gli edifici costruiti prima del 1981, mentre la quota di riduce al 4,7% per gli edifici nati tra il 1981 e il 2011”.
Il censimento svolto dalla principale organizzazione dell’artigianato italiano sostiene che dal 2016 2.051.808 edifici residenziali si trovano in mediocre o pessimo stato di conservazione e si tratta del 16,8% del totale degli edifici nazionali. Questa percentuale sale al 21,1% per gli edifici costruiti prima del 1981.
Anche l’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha rivelato che il 60 % degli edifici in Italia è stato realizzato prima del 1971 e di questi 2,1 milioni sono in stato “pessimo o mediocre”. A fronte di questa disastrosa situazione, nonostante sono stati spesi ogni anno 3,5 miliardi, ancora numerosi edifici restano a rischio sismico. Anche l’ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari), in un suo rapporto ha denunciato la situazione critica degli edifici condominiali italiani affermando che 1 milione e 200 mila condomini sono a rischio sicurezza, non solo sismica ma anche a livello impiantistico. Infatti, le cattive condizioni delle case, oltre a mettere a rischio la sicurezza dei cittadini, contribuiscono a gonfiare la bolletta energetica delle abitazioni e ad accelerare il naturale deterioramento degli impianti idrici ed elettrici delle strutture.
All’indomani del terremoto del 24 agosto 2016, anche numerose testate internazionali hanno denunciato questa situazione critica; dallo stesso MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston giunge il monito, affermando che “il Paese ha una vasta esperienza di terremoti, ma continua a soffrire più di altre nazioni sviluppate ogni volta che la terra trema”.
Dunque, si potrebbe asserire che in Italia il problema dello stato di sicurezza degli edifici è stato ampiamente sottovalutato; come, poco specifico è stato anche lo studio della classificazione sismica italiana, che solo dal 2003 (dopo il terremoto di San Giuliano di Puglia) in poi ha visto un’attività di valutazione più incisiva, quando finalmente la microzonazione sismica viene vista come uno strumento di prevenzione del rischio sismico e non più di gestione dell’emergenza.
Rafforzate le misure governative sull’adeguamento sismico: abbiamo imboccato la strada giusta?
Dal 2017 le misure per gli adeguamenti antisismici sono state rafforzate. Con la Legge di Bilancio 2017 è stato introdotto il cosiddetto Sisma bonus, un’agevolazione che sarà attiva dal 1 Dicembre 2017 fino al 31 Gennaio 2021. In questo lasso di tempo i contribuenti possono eseguire interventi di adeguamento sismico sulla propria abitazione portando in detrazione fiscale fino all’85% della spesa sostenuta (Per maggiori info leggi il nostro precedente articolo “Sisma bonus 2017: cos’è e come funziona”); l’agevolazione è diventata operativa dopo l’approvazione delle “Linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni”, approvate con Decreto Ministeriale n.58/2017 dello scorso 28 febbraio dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (Per maggiori info leggi il nostro precedente articolo “Classificazione del Rischio Sismico delle costruzioni: approvato il Decreto Ministeriale che rende efficace le misure del Sisma bonus 2017”).
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Sembrerebbe, dunque, che si stia imboccando la giusta strada, quella della prevenzione e della sensibilizzazione; un percorso ancora lungo e pieno di ostacoli, ma che risulta l’unico capace di sanare la situazione critica della nostra penisola. Ci si rende conto che mettere in sicurezza gli edifici nazionali è una priorità irrinunciabile che ha bisogno di un forte ed incisivo impegno delle istituzioni statali dando ai cittadini la possibilità di usufruire di tutti i mezzi possibili per intervenire sugli immobili a rischio crolli. Non si può, in tale ambito, non fare riferimento al Fascicolo del Fabbricato, un documento molto importante per la sicurezza statica e strutturale degli edifici. Infatti, aiuta a conoscere le condizioni strutturali del fabbricato e a prevedere possibili criticità in caso di terremoto o altri eventi catastrofici. È proprio per questa finalità che è stato introdotto ormai un po’ di anni fa, ma di fatto non è mai entrato in vigore ed ogni volta che si manifesta un evento sismico catastrofico torna a far parlare di sé. Il fascicolo del fabbricato è una sorta di carta d’identità di un edificio, contenente tutte le informazioni relative alla situazione autorizzativa, urbanistica, edilizia, catastale, agli impianti, ai requisiti igienico-sanitari, alle caratteristiche strutturali e di risparmio energetico. Il fascicolo deve essere aggiornato ogni qual volta sul fabbricato, o su una sua pertinenza, vengono effettuati degli interventi edilizi che comportino la variazione di qualcuno di questi aspetti.
Come sempre, soprattutto in tale ambito prevenire è sempre meglio che curare; il fascicolo potrebbe risultare, congiuntamente ad adeguati incentivi per le verifiche sismiche e gli adeguamenti strutturali, un ottimo strumento per monitorare, salvaguardare ed analizzare lo stato degli immobili, consentendo di comprendere l’effettivo livello di sicurezza (antisismica e degli impianti installati) degli edifici.
Per maggiori informazioni sulle principali detrazioni fiscali edilizie previste per il 2017 e sul Sisma Bonus 2017
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